Quattro pensionati su dieci sotto 1.000 euro, più di uno non arriva a 500 euro
Il
bilancio sociale dell'Inps sul 2014: diminuiscono le nuove pensioni
previdenziali, sia nel numer che nell'importo complessivamente
erogato. Tra gennaio e settembre boom di pensioni anticipate, effetto
del "tappo" della Fornero e dell'opzione donna. Boeri: "Una
riforma nella stabilità sarebbe stata importante"
MILANO
- Il 42,5% dei pensionati italiani (6,5 milioni di persone), ha un
reddito da pensione inferiore ai 1.000 euro. Lo si legge nel bilancio
sociale 2014 dell'Inps, secondo il quale ci sono 1,88 milioni di
pensionati (12,1%) che hanno assegni inferiori ai 500 euro. Anche per
questo sarebbe stato "importante" con la manovra per il
2016 "fare l'ultima riforma delle pensioni" dice il
presidente dell'Inps, Tito Boeri, sottolineando che nella Legge di
Stabilità ci sono stati solo "interventi selettivi e parziali,
che creano asimmetrie di trattamento". Presumibilmente, "in
assenza di correttivi, daranno spinta a ulteriori misure parziali che
sono tra l'altro molte costose".
Gli
effetti della riforma Fornero si vedono nei numeri dell'Istituto: le
nuove pensioni previdenziali liquidate nel 2014 ammontano a quasi
560.000, con un decremento rispetto all'anno precedente sia nel
numero, sia nell'importo complessivamente erogato. Le nuove pensioni
di vecchiaia (131.641) diminuiscono complessivamente del 12,6%, come
anche la spesa annua pari a circa 1,4 miliardi, (-9,9%) mentre il
valore medio dell'assegno aumenta del 3%. Per le pensioni di
anzianità l'età media dei nuovi pensionati sale nel 2014 a 59,7
anni tra i dipendenti privati, a 61,3 anni tra i dipendenti pubblici
e a 60,2 tra i lavoratori autonomi. Anche per le pensioni di
vecchiaia si registra un aumento dell'età media, rispetto al 2013,
con valori che si presentano naturalmente più elevati di quelli
relativi alle prestazioni di anzianità e precisamente pari a 64,9
anni nel settore privato, 65,3 anni nel settore pubblico e 66,2 anni
per i lavoratori autonomi.
Altri
effetti della riforma Fornero si vedono dai dati relativi ai primi
nove mesi del 2015, comunicati seperatamente dall'Unps: volano le
pensioni di anzianità tra gennaio e settembre a 109.796 pensioni
anticipate rispetto all'età di vecchiaia contro le 84.840
dell'intero 2014. L'incremento rilevato "dipende essenzialmente
dalla normativa introdotta con la legge 214/2011 che, avendo
aumentato i requisiti contributivi per il diritto alla pensione
anticipata, ha di fatto causato un blocco dei pensionamenti di
anzianità: nel 2015 un numero consistente di soggetti ha potuto
raggiungere la maggiore anzianità richiesta per questo tipo di
trattamento. Per quanto riguarda le donne inoltre, un notevole
incremento dei trattamenti di anzianità è determinato dalla scelta
dell’opzione donna".
I
dipendenti pubblici a tempo indeterminato scendono sotto quota 3
milioni. E' un altro dei dati che si legge nel bilancio sociale Inps,
secondo il quale nel 2014 i 'travet' erano 2.953.000 con un calo del
2,8% (circa 90.000 unità) sul 2013. Rispetto al 2011 quando erano
3,23 milioni i dipendenti pubblici, grazie al blocco del turn over,
sono diminuiti di quasi 300.000 unità.
I
numeri del bilancio Inps sono ancora in rosso: l'anno scorso ha
accumulato un disavanzo complessivo di 7 miliardi, con un
miglioramento di quasi due miliardi rispetto a quello del 2013 (-8,7
miliardi). "Dal Bilancio consuntivo 2014 risulta che il totale
delle uscite ammonta a circa 431 miliardi, nell'ambito delle quali la
parte più rilevante è rappresentata dalle prestazioni
istituzionali, che sono risultate pari a 303 miliardi. A fronte di
queste uscite, il totale delle entrate è pari a circa 424 miliardi
(+6,6% rispetto al 2013). Le entrate correnti ammontano a circa 314
miliardi, dei quali 211 miliardi (+0,6% rispetto al 2013) derivano da
quelle contributive e quasi 98 miliardi dai trasferimenti dal
Bilancio dello Stato. Il saldo tra entrate ed uscite evidenzia un
disavanzo complessivo di 7 miliardi, determinato per lo più dalla
parte corrente".
Quanto
agli ammortizzatori sociali, L'anno scorso il flusso di lavoratori in
cassa integrazione è stato di 1,2 milioni con un calo del 21,3% sul
2013, la spesa complessiva per ammortizzatori sociali nell'anno è
stata pari a 22,6
miliardi
con un calo del 4,2% sul 2013. Compresi i contributi figurativi per
la cig si sono spesi 6,1 miliardi (-8,8%); per le indennità di
disoccupazione si sono spesi 13,1 miliardi (-3,6%, tre milioni di
persone interessate); per la mobilità si sono spesi 3,4 miliardi
(+2,7%).
da
RepubblicaEconomia&Finanza.it

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