Tsipras,
fonti: "Nessun piano, chiesti 7 miliardi"
Commissione
non esclude uscita Grecia da euro
Grecia,
Juncker: "Tempo di negoziare". Dijsselbloem vede
Tsakalotos: "Lo ascolterò"
Nel
pomeriggio le proposte di Atene. La Bce ieri ha confermato la
liquidità alle banche greche, imponendo maggiori garanzie. Il
presidente della Commissione: "Ci dicano come si vogliono
districare". Il presidente dell'Eurogruppo vede il ministro
delle Finanze greco che dice: "Meritiamo di meglio"
MILANO -
Si torna a trattare per cercare di evitare l'uscita della Grecia
dall'euro e trovare una soluzione politica ed economica alla crisi di
Atene. Un compito difficile, dopo il referendum
che ha bocciato le proposte dei creditori.
"Il governo greco ci deve dire come si vuole districare da
questa situazione", dice il presidente della Commissione
Ue, Jean
Claude Juncker,
alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo sottolineando che
servono "proposte concrete" e che la situazione "non
si risolve in una notte". Oggi sono previsti prima un Eurogruppo
e poi un vertice Ue per affrontare la questione: secondo
indiscrezioni, il premier greco, Alexis Tsipras, chiederà 7 miliardi
di euro "al più presto", possibilmente entro le prossime
48 ore, per fare fronte all'emergenza, cioè ai debiti in scadenza,
ed evitare il default. Una richiesta che sarebbe arrivata prima della
presentazione del piano, facendo innervosire i negoziatori di
Bruxelles.
Ancora Juncker non lesina le critiche sullla scelta greca di andare al voto, che è stato espresso su "proposte che non sono più sul tavolo", aggiungendo di "non aver capito cosa è stato chiesto ai cittadini". Si dice "pronto a tutto" per l'accordo e a lottare "per evitare la Grexit fino alla fine", ma ai greci ricorda che "non è ammissibile per la Commissione essere chiamati terroristi", ribattendo alle sparate del ministro ellenico dimissionario, Yanis Varoufakis. Quando sottolinea che "oggi cercheremo di mettere ordine e ristabilire fiducia", però, si capisce che gli incontri del pomeriggio non saranno risolutivi. Anche per questo la Borsa di Atene rimarrà chiusa almeno fino a domani sera.
In attesa dell'incontro tra il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il neo-ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakalotos, il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ricorda che un'uscita della Grecia dall'euro "non è nè l'obiettivo nè l'intenzione" dell'Ue ma "se la fiducia non è ricostituita e non c'è nessun programma di riforme credibile sul tavolo, non può essere esclusa". Dalla Grecia arriverà la richiesta di alleggerire il debito del Paese, ma da Berlino arriva la frenata in questo senso, visto che perWolfgang Schaeuble un taglio del debito non è permesso dalle regole del salvataggio degli Stati.
In mattinata, era stato il premier francese ad aprire le danze di dichiarazioni politiche. Manuel Valls ha parlato tendendo non una, ma due mani al governo Tsipras: "Ci sono le basi" per arrivare a un accordo, ha detto il premier aggiungendo che "l'Europa non può correre il rischio di un'uscita della Grecia dall'euro" e concludendo che "non esistono soggetti tabù" sulla ristrutturazione del debito di Atene. Le dichiarazioni di Valls seguono il vertice di Parigi tra Angela Merkel e François Hollande, in cui i due si sono detti disponibili a trattare, ma sottolineando come "solidarietà" e "responsabilità" devono andare di pari passo.
INFOGRAFICA Cosa accade dopo il NO
RITRATTO Tsakalotos, il gemello diverso di Varoufakis FOTO
Ieri in serata si è riunito in teleconferenza il consiglio direttivo della Bce che ha confermato la liquidità di emergenza (Ela) per le banche greche, bloccandola a 89 miliardi di euro, a fronte però di maggiori garanzie. Mario Draghi ha così dato un doppio messaggio agli attori in campo: da una parte è paziente e aspetta l'esito del Consiglio europeo e dell'Eurogruppo prima di decretare di fatto il fallimento del sistema finanziario greco. D'altra parte, aumenta lo sconto sul collaterale che gli istituti devono portare alla Banca centrale in cambio di liquidi (anche se le fonti elleniche dicono che ce n'è ancora un cuscinetto sufficiente), come a far capire che la pazienza sta finendo. Secondo gli analisti di Barclays, un taglio al valore delle garanzie intorno al 60% azzererebbe il cuscinetto di capitale delle banche greche. La Bce non ha spiegato quanto sia stato ritoccato il cosiddetto 'haircut', cioè il taglio al valore delle garanzie portate dagli ellenici, sui quali pesa lo spettro di un default, che Francoforte deve prezzare. Ma è evidente che più si avvicina la soglia del 60%, più si approssima il 'bail-in' degli istituti, cioè la necessità di far partecipare i depositi alla ricapitalizzazione delle banche, che avrebbero problemi di solvibilità.
Ancora Juncker non lesina le critiche sullla scelta greca di andare al voto, che è stato espresso su "proposte che non sono più sul tavolo", aggiungendo di "non aver capito cosa è stato chiesto ai cittadini". Si dice "pronto a tutto" per l'accordo e a lottare "per evitare la Grexit fino alla fine", ma ai greci ricorda che "non è ammissibile per la Commissione essere chiamati terroristi", ribattendo alle sparate del ministro ellenico dimissionario, Yanis Varoufakis. Quando sottolinea che "oggi cercheremo di mettere ordine e ristabilire fiducia", però, si capisce che gli incontri del pomeriggio non saranno risolutivi. Anche per questo la Borsa di Atene rimarrà chiusa almeno fino a domani sera.
In attesa dell'incontro tra il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il neo-ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakalotos, il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ricorda che un'uscita della Grecia dall'euro "non è nè l'obiettivo nè l'intenzione" dell'Ue ma "se la fiducia non è ricostituita e non c'è nessun programma di riforme credibile sul tavolo, non può essere esclusa". Dalla Grecia arriverà la richiesta di alleggerire il debito del Paese, ma da Berlino arriva la frenata in questo senso, visto che perWolfgang Schaeuble un taglio del debito non è permesso dalle regole del salvataggio degli Stati.
In mattinata, era stato il premier francese ad aprire le danze di dichiarazioni politiche. Manuel Valls ha parlato tendendo non una, ma due mani al governo Tsipras: "Ci sono le basi" per arrivare a un accordo, ha detto il premier aggiungendo che "l'Europa non può correre il rischio di un'uscita della Grecia dall'euro" e concludendo che "non esistono soggetti tabù" sulla ristrutturazione del debito di Atene. Le dichiarazioni di Valls seguono il vertice di Parigi tra Angela Merkel e François Hollande, in cui i due si sono detti disponibili a trattare, ma sottolineando come "solidarietà" e "responsabilità" devono andare di pari passo.
INFOGRAFICA Cosa accade dopo il NO
RITRATTO Tsakalotos, il gemello diverso di Varoufakis FOTO
Ieri in serata si è riunito in teleconferenza il consiglio direttivo della Bce che ha confermato la liquidità di emergenza (Ela) per le banche greche, bloccandola a 89 miliardi di euro, a fronte però di maggiori garanzie. Mario Draghi ha così dato un doppio messaggio agli attori in campo: da una parte è paziente e aspetta l'esito del Consiglio europeo e dell'Eurogruppo prima di decretare di fatto il fallimento del sistema finanziario greco. D'altra parte, aumenta lo sconto sul collaterale che gli istituti devono portare alla Banca centrale in cambio di liquidi (anche se le fonti elleniche dicono che ce n'è ancora un cuscinetto sufficiente), come a far capire che la pazienza sta finendo. Secondo gli analisti di Barclays, un taglio al valore delle garanzie intorno al 60% azzererebbe il cuscinetto di capitale delle banche greche. La Bce non ha spiegato quanto sia stato ritoccato il cosiddetto 'haircut', cioè il taglio al valore delle garanzie portate dagli ellenici, sui quali pesa lo spettro di un default, che Francoforte deve prezzare. Ma è evidente che più si avvicina la soglia del 60%, più si approssima il 'bail-in' degli istituti, cioè la necessità di far partecipare i depositi alla ricapitalizzazione delle banche, che avrebbero problemi di solvibilità.
Da
RepubblicaFinanza.it
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