Iran, raggiunto l'accordo sul nucleare
Nelle
ultime ore passi avanti sia sul tema delle ispezioni che del riarmo
di Teheran. Ora l'incontro finale per la ratifica tra la delegazione
iraniana e le potenze protagoniste del negoziato
VIENNA
- Lo "storico" accordo tra Teheran e le potenze mondiali
sul futuro del programma nucleare iraniano è raggiunto. Teheran
otterrà la revoca delle sanzioni internazionali in cambio di
significative riduzioni alla portata del suo programma nucleare, che
verrà sottoposto a ispezioni per accertare il rispetto degli impegni
da parte della Repubblica Islamica. E trapela da fonti diplomatiche
che l'Iran ha accettato il principio di un ritorno alle sanzioni
entro 65 giorni se dovesse essere accertata una sua violazione del
trattato.
Gli
ultimi dettagli sono stati limati in una riunione notturna del gruppo
di negoziatori del "5+1" cui non ha partecipato la
delegazione iraniana. C'erano invece Stati Uniti, Gran Bretagna,
Russia, Cina e Francia, con l'obiettivo di mettere a punto un testo
che impedisca - per un certo numero di anni - alla Repubblica
Islamica di dotarsi dell'arma atomica, ma che sia allo stesso tempo
in grado di essere accettato da Teheran. L'agenzia semiufficiale
iraniana Fars ha annunciato che l'incontro finale tra la delegazione
di Teheran e il "5+1", in cui si dovrebbe raggiungere
l'intesa definitiva, si terrà alle 10 al quartier generale dell'Aiea
a Vienna. In cambio del monitoraggio internazionale del suo programma
nucleare, l'Iran chiede la revoca delle sanzioni internazionali,
l'unica vera ragione per cui gli emmissari del regime di Teheran
hanno deciso di sedersi al tavolo del negoziato.
Secondo
indiscrezioni, nella bozza messa a punto si prevede l'accesso degli
ispettori a tutti i siti sospetti iraniani, compreso quello di
Parchin. Sarebbe stato raggiunto un compromesso anche sulla questione
dell'embargo su armi convenzionali e missili balistici, che Teheran
vorrebbe revocato immediatamente. Su questa linea erano anche la
Russia e la Cina, tradizionali fornitori di armi all'Iran, mentre
erano contrari gli Usa, che tengono conto anche delle preoccupazioni
dei loro alleati nella regione mediorientale, Israele in prima fila.
Alla
notizia del raggiunto accordo, una fonte ufficiale israeliana ha
paragonato il trattato in arrivo a una "licenza di uccidere"
garantita a Teheran. Il ministro degli Esteri Tzipi Hotovely assicura
che Israele "impiegherà ogni mezzo diplomatico per impedire la
conferma dell'accordo" che segna la "resa dell'Occidente
all'asse del male guidato dall'Iran". "Le implicazioni
dell'accordo nell'immediato futuro sono molto gravi - aggiunge
Hotovely nel suo comunicato, citato sul sito Times of Israel - l'Iran
continuerà a diffondere la metastasi delle sue cellule terroristiche
in tutte le direzioni, continuerà a infiammare il Medio Oriente e,
quel che è ancora peggio, farà un gran passo per diventare uno
Stato sulla soglia del nucleare".
Ieri
il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva ribadito: "Ci
siamo impegnati a impedire all'Iran di dotarsi di armi atomiche e
questo impegno è ora valido più che mai", mentre il suo
ministro dell'energia Yuval Steinitz aveva denunciato "un
cattivo accordo, pieno di scappatoie". Inaugurando un nuovo
fronte nella sua propaganda anti-nucleare iraniano, lo stesso
Netanyahu ha aperto un profilo twitter in lingua farsi con
"l'obiettivo di stabilire un filo diretto con gli iraniani che
sono stati indottrinati a odiare Israele dopo la rivoluzione islamica
del 1979" ha spiegato all'Afp il capo dei servizio dell'ufficio
del premier israeliano. "Vogliamo dire, in farsi, la verità
agli iraniani sull'accordo sul nucleare, spiegando loro che i
miliardi di dollari che il regime iraniano otterrà a seguito
dell'accordo serviranno a finanziare il terrorismo e non a costruire
scuole e ospedali".
SCHEDA:
I PUNTI DELL'ACCORDO
Il
via libera sembrava arrivato quando ieri alcune fonti hanno affermato
che sulla questione dell'embargo sulle armi era stato raggiunto un
compromesso basato su una revoca progressiva. In particolare, citando
quanto detto da una fonte iraniana all'agenzia russa Ria Novosti,
l'agenzia iraniana Fars aveva scritto che "l'Iran e le sei
potenze mondiali concordano di revocare parzialmente l'embargo sulle
armi", mentre "l'accordo stabilisce che gli iraniani
potranno continuare a fornire armi di difesa ai loro alleati nella
regione, per combattere il terrorismo e l'estremismo". Anche il
presidente iraniano Hassan Rohani aveva dato l'impressione che ormai
fosse fatta, ma poi ha fatto marcia indietro. Su Twitter aveva
scritto: "L'accordo sull'Iran è la vittoria della diplomazia e
del rispetto reciproco sull'antiquato modello dell'esclusione e
coercizione". Nel giro di pochi minuti il suo tweet è stato
però cancellato, salvo poi essere rilanciato, però con un grande
"se" all'inizio.
MAPPA:
IL GRANDE GIOCO ATOMICO
L'accordo
doveva essere concluso a Vienna entro il 30 giugno, poi la scadenza è
slittata prima al 7 luglio, e ancora al 10 e poi alla mezzanotte del
13 luglio. Ma per la grande posta in gioco non può essere un
ostacolo un giorno in più. La vera fretta era di chiudere entro il 7
luglio. In tal modo il Congresso degli Stati Uniti avrebbe avuto solo
30 giorni, e non 60, per valutare l'accordo, ed eventualmente
respingerlo. Eventualità tutt'altro che remota, considerate le forti
riserve avanzate non solo dai repubblicani, ma anche dai diversi
democratici.
Da
Repubblica.it
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