Serve
più centrosinistra, ma non
con quell’accozzaglia rancorosa
Renzi
ha commesso degli errori nella campagna per le amministrative. Ora
deve liberare il Pd dai potentati locali
È
la prima volta che durante una tornata elettorale il
premier-segretario commetta degli errori così marchiani. Mischiare
la campagna referendaria con le amministrative è stato un
suggerimento politico-propagandistico malaugurato che incredibilmente
Renzi ha accolto e fatto suo non capendo così di restringere il
potenziale elettorale dei candidati sindaci nelle città. Per il
ballottaggio ci si dovrà concentrare espressamente sulle proposte e
i destini della città al voto, non certo incoraggiare e fomentare
ben prima del tempo il tutti contro Renzi.
Inoltre
dovrà essere affrontato definitivamente il caso Pd, partito
contemporaneamente di lotta e di governo. Non è più possibile
infatti procedere in questo modo, è necessaria una gestione
condivisa e collegiale del partito e del governo, responsabilizzando
direttamente anche la cosiddetta minoranza interna ed evitando
ulteriori strappi e scontri al calor bianco con le realtà vicine al
campo largo del centrosinistra, in primis il mondo del lavoro.
Il
risultato del Pd è quello che più di tutti può essere analizzato
in una prospettiva nazionale, è infatti l’esempio plateale di cosa
significhi destrutturare un partito, renderlo schiavo di potentati e
correnti locali, non essere in grado di proporre candidature
credibili e progetti di visione. Diventare in definitiva un “comitato
di potere” che si crede pigliatutto ed invece è profondamente
residuale nella dinamica elettorale. Ecco un vero campanello
d’allarme che dovrebbe interessare il gruppo dirigente renziano.
La
sinistra a sinistra del Pd non esiste e non esisterà mai, è solo
un’inutile perdita di tempo politicistica: le batoste elettorali
stanno lì a dimostrare quanto sia inconsistente molto del dibattito
che si vive nel mondo autoreferenziale del circo mediatico-politico.
Un’accozzaglia di ceto politico invecchiato male, sconclusionato,
capace di tradire oltre vent’anni di scelte fondamentali della
sinistra italiana solo per una battaglia rancorosa contro l’attuale
segretario del Pd e premier Matteo Renzi. Qualsiasi ragionamento
politico, alleanze o similia, con questa minoranza di testimonianza e
di reduci privilegiati è solo perdita di tempo, lo capiscano anche
gli oppositori interni nel Partito democratico. Non esiste
un’alternativa di governo a sinistra del Pd.
di
Jacopo Basili per L' Unità.TV
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