L’effetto boomerang delle bugie del Fatto sui numeri
Le
bugie sui voti del Pd nei comuni potrebbero ritorcersi contro il M5S
al ballottaggio
Col
passare dei giorni, i consensi del Pd calano inesorabilmente. Si è
votato soltanto domenica, ma i risultati arrivano ogni giorno, e ogni
giorno che passa il Pd – almeno a leggere il Fatto –
perde un po’ di elettori: una
proiezione del senatore Federico Fornaro prevede
che nel giro di una settimana, non di più, saranno ridotti a zero.
Lunedì,
a urne per dir così ancora calde, il giornale di Travaglio spiegava
ai propri lettori in prima pagina che “i candidati di Renzi fanno
flop”. E vabbè. Martedì un primo aggiustamento al ribasso: “Il
Pd – citiamo sempre il titolo di apertura – ha il 22% di voti in
meno”. Che significa? In meno rispetto a quando? E se sono calati i
votanti, non è ragionevole che calino anche i voti? Ma questi sono
dettagli di nessun conto: il succo è che il Pd è finito sotto un
treno. Ahia.
Pensavamo
di aver sofferto abbastanza, e invece oggi assistiamo sgomenti ad un
nuovo, brusco, clamoroso crollo del Partito democratico: “È il
governo della minoranza”, strilla il Fatto in
prima. E spiega: “Alle Comunali i Dem si fermano al 26%”. Quando
è successo? Ieri notte? Secondo
le analisi compiute dall’Istituto Cattaneo di Bologna,
unanimemente riconosciuto come la fonte più autorevole quando si
parla di flussi elettorali e di analisi del voto, il centrosinistra è
al 34, 3% (il centrodestra al 29,5% e il M5s al 21,4%): ma il Fatto,
proprio come Alessandra Ghisleri, la sondaggista preferita di Silvio
Berlusconi e di Massimo Giannini, nasconde sotto il tappeto le liste
civiche che hanno sostenuto i candidati del Pd e il gioco è fatto.
Ora,
diciamoci la verità: è vero che siamo ancora in piena campagna
elettorale (anzi, ci siamo molto più di prima), ma è anche vero che
taroccare la realtà non è un buon servizio per nessuno, e magari
potrebbe persino avere un effetto contrario alle intenzioni: fingere
che il partito di Renzi sia crollato può aiutare la partecipazione
al secondo turno degli elettori di centrosinistra, così come
dipingere un trionfo del M5s che non c’è stato può indebolire la
mobilitazione grillina per il ballottaggio. Meglio raccontare le cose
come stanno, e aspettare che vinca il migliore.
Di
Fabrizio Rondolino per L' Unità.TV
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