18 giu 2016

Fincantieri, maxi ordine di navi dal Qatar: in Liguria lavoro per 10mila persone

Fincantieri, maxi ordine di navi dal Qatar: in Liguria lavoro per 10mila persone


Roma - È stato firmato ieri a Roma il contratto, anticipato dal Secolo XIX , tra Fincantieri e la Marina del Qatar per la realizzazione e fornitura di sette navi, con orizzonte temporale il 2024, per un valore di 3,8 miliardi di euro. Le navi, spiega l’amministratore delegato del gruppo , Giuseppe Bono, saranno realizzate interamente in Italia, nei cantieri del Muggiano (La Spezia) e Riva Trigoso (Genova), anche se sollecitato su un eventuale utilizzo di Castellammare di Stabia, Bono ha precisato che Fincantieri «è un unico cantiere» e questo potrebbe significare che, se dovessero partire anche i nuovi ordini della Marina militare, il cantiere campano entrerà nella partita delle costruzioni destinate al settore della Difesa.


Con questa commessa - quattro corvette da oltre 100 metri, una nave anfibia, due pattugliatori - i cantieri liguri avranno lavoro per sei anni a partire dal 2018 non solo, precisa Bono, i dipendenti diretti, ma anche l’indotto, per un totale di 10 mila persone. Nessuna parte di queste navi sarà realizzata negli impianti Vard in Romania o Norvegia, come oggi accade nel settore civile. Con questa commessa, aggiunge Bono, Fincantieri si piazza tra i big non solo nella nicchia delle crociere e nell’offshore - settore in crisi a causa dello choc del minipetrolio - ma anche nell’ambito della difesa. Al lavoro derivato dalla maxi-commessa («la più grande nel settore Difesa mai incassata da un’azienda italiana», spiega il ministro Roberta Pinotti) va sommata l’assistenza, garantita per 15 anni, oltre alla parte dei sistemi d’arma, i radar, i sensori che saranno realizzati dalla divisione specializzata Leonardo - Finmeccanica, cioè la Selex Es che ha uno dei suoi cuori a Genova.


Il sistema missilistico sarà fornito dalla multinazionale Mbda, ma dalle voci raccolte a margine della firma (che per questa parte dovrà essere perfezionata entro la settimana) sembra che in sostanza il lavoro sarà comunque fatto in Italia, grazie all’accordo con Leonardo che controlla il 25% del consorzio missilistico. Leonardo avrà la responsabilità della fornitura integrata del sistema di combattimento delle nuove unità navali, i principali radar e sensori di bordo e sottosistemi di difesa, incluso i sistemi d’arma di medio calibro da 76/62 e di piccolo calibro da 30 millimetri, il sistema di protezione anti-siluro, il mine avoidance sonar Thesan, e, in collaborazione con Mbda, il sistema missilistico.


La fornitura comprende inoltre attività di supporto logistico integrato di lungo periodo. La società collabora da oltre 20 anni con il Qatar, a cui ha fornito il sistema di controllo e gestione del traffico aereo del nuovo aeroporto internazionale di Doha, elicotteri sia per applicazioni civili sia militari, sistemi di difesa per la sicurezza delle acque territoriali. Recentemente, inoltre, è diventato esecutivo il contratto firmato nel 2015 per la fornitura alle Forze Armate del Qatar del sistema radar per la sorveglianza e la difesa aerea.


Collaterale all’accordo industriale, c’è quello di formazione, che prevede l’addestramento di personale di Marina in Qatar. In competizione con per la commessa nel Golfo c’era il gruppo francese Dcns, la cui offerta è risultata soccombente. «Il progetto era ambito non solo dall’Italia, e aggiudicarselo vuol dire essersi mossi come sistema paese», spiega Pinotti. Prossimo obiettivo per Fincantieri è la gara per aggiudicarsi la costruzione di nove fregate militari presso la Marina militare australiana, per un valore di 22 miliardi di euro e in competizione con Bae (Gran Bretagna) e Navantia (Spagna). Apertura della buste nel 2018, inizio lavori nel 2020. La firma del contratto ieri si è tenuta a Borse chiuse. Gli analisti si aspettano che questa commessa militare possa garantire più capitale circolante per l’azienda, allontanando i timori di un aumento di capitale.cantieri, maxi ordine di navi dal Qatar: in Liguria lavoro per 10mila persone
dal nostro inviato Alberto Quarati del SecoloXIX


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