Delrio:
«Opere pubbliche prioritarie,
pronto il piano con le Regioni»
Ministro
delle Infrastrutture Graziano Delrio, a che punto è il piano delle
opere pubbliche con le Regioni, il primo di questo genere?
«Ci
abbiamo lavorato per mesi ed ora il piano è pronto. Sono state messe
a punto le priorità per quanto riguarda strade, ferrovie,
intermodalità, porti e aeroporti. Per mettere in fila le cose da
fare. C’è stata una ricognizione dei fabbisogni, penso ai
pendolari ad esempio, e delle criticità da risolvere. Opere utili,
da completare o da fare, con risorse certe e tempi certi. Tra le
priorità, che le posso anticipare, ci sono opere come la Pedemontana
in Piemonte, la Orte-Civitavecchia con il porto di Civitavecchia e la
statale Jonica in Calabria».
Facciamo
il punto sulle risorse in campo?
«E’
stata modificata l’impostazione degli anni passati, con una
programmazione pluriennale, per progetti chiari e trasparenti. Con
scadenze e tempi certi di realizzazione. Tornando alle risorse, nella
finanziaria sono state stanziate per il programma pluriennale Anas 6
miliardi di euro, mentre altri 4 miliardi arriveranno nel biennio
successivo. Complessivamente quindi nel periodo 2016-2020 le risorse
stradali ammonteranno a 10 miliardi per le opere più rilevanti».
Un
cambio importante rispetto al passato, con la fine degli interventi a
pioggia?
«Sì.
C’è una programmazione chiara, con tappe precise, come avviene del
resto negli altri Paesi europei. Abbiamo superato la legge obiettivo
e le sue storture con un sistema radicalmente nuovo».
L’obiettivo
è creare un sistema infrastrutturale a rete, organico, con una
visione unitaria per integrare strade, porti, aeroporti, grandi linee
metropolitane?
«L’obiettivo
è quello di connettere i vari punti della rete, far dialogare
Ferrovie e Anas, autostrade e aeroporti, completando quegli snodi
intermodali che ora mancano. Con piani sinergici e progetti condivisi
per dare servizi migliori ai cittadini e alle imprese, favorendo la
crescita economica. L’obiettivo finale, strategico, è poi quello
di passare sempre più dalla strada alle ferrovie, con una cura del
ferro molto forte, il 20% in più nei prossimi 4 anni.
L'aggiornamento del contratto di programma con Rfi, 9 miliardi nel
2015 e 8,2 nel 2016, consente di dare sostanza a questa cura del
ferro di cui c'è bisogno. Tenga presente, che entro il 2030 va
spostato il 40% delle merci dalla strada al ferro».
di
Umberto Mancini per IL Messaggero.it
Continua
a leggere su IL Messaggero
Nessun commento:
Posta un commento