Scomodare la Resistenza contro la riforma Boschi fa torto alla Resistenza
Al
fatto Carlo Smuraglia bolla la riforma del Senato come contraria ai
valori della Costituzione
Fischia
il vento, urla la bufera: “Oggi come ieri, bisogna sempre restare
vigili sulla nostra democrazia”. Parola del presidente
dell’Anpi Carlo Smuraglia in una intervista al Fatto. Giusto,
giustissimo. Perché si possa vigilare con efficacia, tuttavia,
occorre avere un’idea anche vaga dell’argomento, del tema in
discussione, del pericolo alle porte: altrimenti si rischia di fare
il gioco dell’avversario.
Scomodare
la Resistenza, l’antifascismo, i partigiani per criticare la
riforma del Senato è prima di tutto, un insulto alla
Resistenza, all’antifascismo, ai partigiani: e colpisce che un
tale insulto venga proprio da chi, pro tempore, dovrebbe
rappresentarne e tutelarne l’eredità culturale e politica.
Smuraglia
si sente addirittura “in trincea”, come “nel ’53 contro la
legge truffa” e “nel ’60 quando decisero di fare un
governo con i fascisti”. Ma la trincea dev’essere
talmente profonda da impedirgli di vedere che cosa c’è fuori.
Con
la riforma Boschi, sostiene Smuraglia, “si consolida un
sistema di potere che non tiene conto che noi abbiamo una
Costituzione repubblicana, democratica e antifascista”.
Dunque, se le parole hanno un senso, la riforma Boschi modifica
la Costituzione in senso monarchico, antidemocratico e fascista.
Ma
le parole di Smuraglia un senso non riescono a darselo, e con
l’avanzare dell’intervista cresce anche la confusione.
“Prendendo alcuni modelli che in Europa già esistono – spiega –
si poteva superare il bicameralismo perfetto in una settimana”.
Bum! Però, aggiunge nella riga successiva, “non si può
andare di corsa”. Dunque non si può fare una riforma in meno di
una settimana? O il percorso previsto dall’articolo 138 (della
Costituzione, non dello statuto del Pnf) è per Smuraglia troppo
veloce? Insomma, due anni sono troppo pochi ma una settimana
è sufficiente?
Smuraglia
conclude con due clamorosi svarioni: prima incolpando l’Italicum
di avere, come ogni altra legge elettorale al mondo, un premio
di maggioranza (ma l’Italicum, caro Smuraglia, non fa parte
della riforma Boschi sottoposta a referendum), e poi
sostenendo l’illegittimità dell’attuale Parlamento e la
“mancanza di rispetto” per la Consulta (proprio la Consulta,
bocciando il Porcellum, ha ribadito esplicitamente la piena
legittimità delle Camere elette nel 2013).
Insomma,
ad un esame non vogliamo dire di diritto costituzionale, ma di
educazione civica alla scuola media, Smuraglia sarebbe
sonoramente bocciato. Ma questo è un problema suo. Gli
chiediamo però, sommessamente, di non trascinare con sé la memoria
e i valori della Resistenza.
Di
Fabrizio Rondolino.TV
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