Troppi errori, ora per i Cinquestelle il web è diventato un boomerang
Il
sito e soprattutto i social ora mettono in difficoltà il Movimento.
Ecco cosa è cambiato rispetto alla prima fase
Il Movimento Cinquestelle è nato sul web e deve la sua fortuna all’utilizzo della rete come veicolo di informazioni, propaganda politica (o meglio, antipolitica) e creazione di community online territoriali (i tuttora presenti meetup). L’utilizzo del blog di Beppe Grillo, i siti di contro-informazione e le pagine sui social network dei maggiori esponenti sono stati, fino a poco tempo fa, il segreto del successo del Movimento. Il messaggio è chiaro fin dal lontano 2007: “Via tutti! Distruggiamo tutto ciò che c’è e che c’è stato. Per la ricostruzione… c’è tempo”.
L’approccio
politico e comunicativo che da sempre contraddistingue i Cinquestelle
ha funzionato molto bene durante la fase di costruzione del
Movimento, quando l’azione politica si concentrava al di fuori del
Parlamento e si scagliava contro chi sedeva all’interno dei
Palazzi. Risultava facile, in questo modo, intercettare il malumore
sempre crescente verso la classe politica.
Per
la verità questo tipo di comunicazione è risultato efficace anche
nei primi 2 anni in cui il Movimento di Beppe Grillo si è seduto tra
gli scranni del Parlamento. Questo, principalmente, per 2 motivi:
1)
l’azione politica del Movimento Cinquestelle, all’interno delle
aule parlamentari, è rimasta pressoché identica a quella intrapresa
fuori dai Palazzi. Un enorme errore politico, ma una strategia
comunicativa ancora efficace in quanto attivisti e simpatizzanti ci
sono cresciuti con questo tipo di comunicazione ed è ciò che, dagli
inizi, li ha gasati;
2)
non ci sono stati temi di grande rilevanza a causa dei quali i gruppi
parlamentari si sono divisi. C’è sempre stato un triste e laconico
“No” su tutto.
Nelle
ultime settimane sono però accaduti due fatti che hanno cambiato gli
equilibri del consenso del Movimento sul web. E non solo. La
vicenda di Quarto prima
(dove il Movimento ha di fatto perso la credibilità in materia di
verginità penale in politica) e il
doppio ripensamento sul ddl Cirinnà poi
(dove ha preferito tentare di affossare il governo Renzi al posto di
legiferare in favore dei diritti dei cittadini) hanno scatenato le
ire di iscritti, militanti, simpatizzanti e utenti del web.
Se
sul blog di Beppe Grillo le critiche sono state tutto sommato
contenute, così non è avvenuto sui social network. La
maggioranza degli utenti web, letteralmente furibonda, ha riempito di
commenti negativi i post dei maggiori esponenti del Movimento. Gli
hashtag #Quaterloo e #dietrofrontM5S, lanciati dallo staff del
Partito democratico, sono stati utilizzati da migliaia di persone e
sono entrati in pochi minuti nei TT di Twitter. I post su
Facebook di attacco al M5S sono aumentati esponenzialmente e le
risposte di chi doveva dare spiegazioni in merito ai vari punti di
scontro non sono risultate convincenti.
È
di sabato, infine, l’iniziativa “#5stelleArcobaleno” lanciata
dai movimenti lgbt per promuovere le unioni civili e per
denunciare quello che, fino ad ora, il M5S non ha fatto. Un vero e
proprio assalto “arcobaleno” sulla pagina Facebook del Movimento
per chiedere ai parlamentari grillini di non far prevalere la tattica
politica ai diritti delle persone.
Assistiamo
per la prima volta al fenomeno del web che da arma infallibile per il
consenso si trasforma in un boomerang dalle potenzialità
distruttive. La comunicazione è fondamentale, siamo tutti
d’accordo, ma senza un’azione politica efficace risulta
insufficiente. I sondaggi di queste ultime settimane, del resto, lo
confermano.
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