Il
premier: «Taglierò le tasse con o senza ok di Bruxelles»
«Le
cose si stanno mettendo bene, ma il prossimo anno servirà uno
scontone...». A palazzo Chigi, nel day after del pranzo della pace
tra Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker, già guardano oltre. Tirano
fuori dal cassetto il piano per tagliare le tasse nei prossimi due
anni: l’Ires, l’imposta sui redditi delle società, ridotta dal
27,5% al 24% nel 2017. E la riforma dell’Irpef l’anno successivo,
riducendo le aliquote e alzando la base imponibile dello scaglione
sul quale si applica il prelievo del 38%: «Ci sono troppe storture
che penalizzano la classe media, a chi ha 29mila euro di reddito è
folle far pagare il 38% di tasse», dice uno dei consiglieri
economici, «ma per sforbiciare Ires e Irpef servono tanti soldi. Per
fortuna dopo anni di recessione il vento è girato, in Europa ora si
parla di crescita e meno di austerità». Che il clima sia cambiato,
Renzi l’ha potuto costatare di persona venerdì durante l’incontro
con Juncker. Dopo tre lunghi mesi di liti e di scontri, il premier
italiano ha strappato al presidente della Commissione europea il via
libera a definire la trattativa sulla legge di stabilità e,
soprattutto, a una nuova dose di flessibilità sul deficit anche nel
2017.
di
di
Alberto Gentili
per IL Messaggero.it
Nessun commento:
Posta un commento