Un consiglio alle opposizioni: leggete un giornale vero, non il Fatto
Fabrizio
Rondolino per L' Unità.TV
La
figuraccia di ieri al Senato è anche effetto dello “scoop”
travegliesco
La rovinosa sconfitta in Senato delle opposizioni di destra, di sinistra, di sopra e di sotto conclude, ma certo non archivia, l’offensiva su Banca Etruria: poiché non c’è nulla, in quella vicenda, che riguardi Maria Elena Boschi e il governo, è assai probabile che le insinuazioni, le chiacchiere e le manipolazioni continueranno ancora per un po’.
E’
una legge inesorabile del “giornalismo” nostrano: se una
cosa non esiste, se ne può e anzi se ne deve parlare per mesi (se
esistesse, basterebbero i fatti).
Il
Fatto di oggi si consola della débâcle e dell’ormai strutturale
mancanza di notizie autocelebrandosi con esibito orgoglio:
“Renzi non risponde su Etruria – è il titolone di prima pagina
– e grida al complotto del Fatto”.
“Complotto”
è una parola-chiave del lessico travagliesco, una stella
polare, un marchio di fabbrica: e immaginiamo la gioia in
redazione nel credere di averne finalmente ordito uno, e tanto
ramificato e pericoloso da minacciare addirittura il presidente
del Consiglio.
In
realtà, il “complotto” del Fatto, se c’è stato, è stato ai
danni dei variegati oppositori di destra, di sinistra, di sopra
e di sotto. I quali, poveretti, si sono fidati di Marco Travaglio e
nelle loro mozioni di sfiducia hanno ricopiato dai suoi
editoriali due errori marchiani (il 12 e il 19 dicembre aveva
scritto che Pierluigi Boschi fu nominato vicepresidente di Etruria
mentre al governo c’era Renzi: e invece c’era Letta).
L’imprecisione,
peraltro emblematica della generale cialtroneria con cui è
stata condotta la campagna contro il ministro delle Riforme, è
stata simpaticamente ricordata da Renzi, ieri in aula, nella
generale ilarità che sempre accompagna gli scoop del Fatto.
Povere opposizioni: la prossima volta, magari, leggetevi un giornale
vero.
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