La bella favola della Sydney Hobart, che potrebbe incoronare una barca pagata 23 mila dollari con carta di credito
Attesa
per l’assegnazione della Tattersall’s Cup, in lizza il Tp52
Balance e il 34 piedi Quickpoint Azzurro. E Soldini riparte
Potrebbe
essere la bella favola della Rolex Sydney Hobart numero 71. A
tagliare il traguardo in tempo reale, cioè primo ad arrivare in
assoluto, Comanche, uno scafo ipertech da - si dice - 15 milioni di
dollari. E a rischiare di vincere la Tattersall’s Cup, il trofeo
che decreta il vincitore in tempo compensato (la formula che assegna
a ogni barca un handicap così da poter far gareggiare sullo stesso
piano imbarcazioni di dimensioni e performance diverse), Quickpoint
Azzurro, a barchetta più piccola della flotta, con i suoi 34 piedi,
e la seconda più vecchia, con i suoi 34 anni, che è stata pagata
dal suo proprietario Shane Kearns 23 mila dollari l’anno scorso,
con carta di credito, dopo averla recuperata da un affondamento.
Perché
la favola si compia, bisogna aspettare che Quickpoint Azzurro arrivi
ad Hobart. SE ce la farà entro un certo tempo, salirà sul podio sul
gradino più alto. Diversamente, il trofeo andrà a Balance, il Tp52
- altra barca, altro valore economico - di Paul Clitheroe, il guru
della finanza conosciuto come “Money Man”.
E
SOLDINI RIPARTE
Quarto
in due giorni 22 ore 54 minuti 33 secondi, il tempo di Maserati, sul
traguardo circa 3 ore dopo Ragamuffin e Rambler,
14 dopo Comanche vincente in tempo reale. Non male davvero per
Giovanni Soldini e il suo team. E non male anche per Maserati, una
barca del 2007 che ha dimostrato comunque di battersela bene con
tutti, soprattutto quando le condizioni sono diventate più dure. “Ci
sono le barche più fighe del momento e ne abbiamo messe dietro
molte... Su Maserati abbiamo fatto degli errori e delle cose molto
buone. Ma soprattutto, quando il gioco si è fatto duro, abbiamo
giocato da marinai duri” posta su Fb Corrado Rossignoli.
“Maserati
si è rivelata ancora una volta una barca solida, ha avuto un’ottima
preparazione. Siamo riusciti a non rompere niente. E ottimo è stato
anche l’equipaggio, affiatato e efficiente” è il sunto finale di
Giovanni. “In questa regata ci è successo un po’ di tutto. In
partenza abbiamo agganciato sulla chiglia tre boe e almeno 50 metri
di cima, abbiamo perso mezz’ora di tempo per liberarci. Gli altri
concorrenti sono scappati via per una dozzina di miglia. Quando siamo
ripartiti abbiamo deciso di fare la nostra regata, in tranquillità.
E ci è andata molto bene. Abbiamo fatto un’ottima navigazione
nella prima parte della regata, sia durante il passaggio del fronte,
sia bolinando fino in Tasmania. Siamo sempre stati in fase con i giri
di vento e abbiamo fatto degli ottimi angoli, tanto che siamo
riusciti a raggiungere e a ingaggiare un bel match race con
Ragamuffin che è un 100 piedi. Purtroppo poi è arrivata un’alta
pressione, Ragamuffin con 5 nodi di vento riesce a navigare a 10 nodi
di velocità. Per di più, siamo stati inglobati in un paio di
nuvoloni privi di vento. L’arrivo in Tasmania non è stato tanto
favorevole per noi. Alla fine ieri notte siamo riusciti a passare al
di là dell’alta pressione, a prendere il vento da nord e sotto spi
siamo atterrati a Hobart. Dopo tre anni di giri per il mondo, la
nostra avventura con il VOR 70 finisce qui. Sono contento di aver
chiuso un ciclo in bellezza”.
Già,
perché la barca è in vendita. Giovanni parla di una imbarcazione
nuova, che potrebbe anche essere un multiscafo. Si vedrà. Nel
frattempo, ha ripreso il mare. Ancora con Maserati verso Brisbane,
Australia, dove ad aspettarla c’è il cantiere.
FABIO
POZZO per LA STAMPA.IT
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