Google elimina la password: con una notifica entreremo nei nostri account
Basta rispondere a un messaggio sullo smartphone per avere accesso
Molti
di noi scelgono «password», altri una serie di numeri come
«123456», altri ancora la propria data di nascita. La password
proprio non ci va giù: da sempre gli esperti raccomandano di
selezionare una frase sensata e facile da ricordare che contenga
maiuscole, minuscole, numeri e segni di interpunzione (geniale il
suggerimento di Edward Snowden, «MargaretThatcheris110%SEXY») ma la
maggior parte di noi prosegue per la sua strada. I metodi per
superare queste chiavi d'accesso sono tanti e l'ultima viene da
Google. Non coinvolge alta tecnologia e sistemi avanzati ma un
semplice avviso sul cellulare. Ancora in sperimentazione presso una
ristretta cerchia di utenti, il nuovo sistema di autenticazione è
semplice e diretto. Quando si tenta di effettuare l'accesso, si
riceve una notifica sullo smartphone che chiede se siamo noi a voler
effettuare l'accesso. Una volta ricevuta risposta affermativa le
porte del sito si aprono dandoci pieno accesso.
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Il 7 maggio è la Giornata mondiale della password. «Si tratta di uno degli aspetti più delicati della sicurezza, completamente in mano ai singoli individui. Possono essere lunghe, brevi, contenere numeri, caratteri speciali e lettere maiuscole qua e là. Man mano che i servizi aumentano, e che ognuno esige una password unica, memorizzarle diventa quasi impossibile. Peggio ancora, se un servizio viene attaccato, le password possono diventare inutili» spiega Giorgio Bramati, Consumer Partner Manager di Intel Security. Il mercato cerca approcci più creativi e sicuri (dal riconoscimento biometrico delle vene tramite infrarossi alla password in pillola ideata da ex membri della Darpa, a quella integrata in un tatuaggio). Ma le password rimarranno in giro ancora a lungo. Quali sono allora le più utilizzate (e quindi quelle da evitare per avere più sicurezza)? Ecco l’elenco, relativo al 2014, compilato dalla società SplashData: al primo posto resta sempre la elementare (e pessima) sequenza numerica «123456». Posizione immutata rispetto al 2013 (=).
Corriere Della Sera.it
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