31 ott 2015

New York Jazz Lounge - The Bar Classics


Jared Diamond: «L'umanità sopravviverà, ha il 51% di probabilità»

Jared Diamond: «L'umanità sopravviverà, ha il 51% di probabilità»

di Davide Gangale per Lettera43

Lo scienziato Diamond a L43: «Abbiamo il 51% di possibilità di salvarci». Ma solo se si «dividono le risorse». Perché senza uguaglianza «la pace è impossibile».

l professor Jared Diamond si definisce, in perfetto italiano, «un ottimista cauto». Nel senso che stima «al 51% le probabilità di sopravvivenza per la nostra civiltà».

Vincitore del premio Pulitzer con il saggio Armi, acciaio e malattie, che nel 1997 lo ha reso famoso in tutto il mondo, Diamond è stato protagonista dell'ultimo appuntamento organizzato a Milano da Intesa Sanpaolo in occasione di Expo 2015, per il ciclo di conferenze Sharing The World.
«IL FANATISMO RELIGIOSO? NON CI ESTINGUEREMO PER QUESTO». Dopo aver precisato che il fanatismo religioso di qualunque tipo - islamico, cattolico oppure ebraico - pur costituendo un serio problema, tuttavia non minaccia l'esistenza dell'umanità, Diamond ha preso di petto le due questioni che invece, a suo giudizio, rischiano di mettere a repentaglio la vita stessa della nostra specie. Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e la crescita delle diseguaglianze, tra Paesi e all'interno dei singoli Paesi.
«NON È COLPA DEL TERZO MONDO». A chi sostiene che «siamo troppi» e che la colpa della mancata sostenibilità ambientale sia in ultima analisi da attribuire ai tassi di crescita demografica troppo alti nel Terzo Mondo, Diamond ha ricordato una semplice verità. L'aumento della popolazione è solo metà del problema. L'altra metà è il «consumo di risorse medio pro capite», una variabile che illumina le responsabilità dei Paesi capitalistici avanzati. «Vi chiedo di ricordare soltanto un numero. Un italiano medio, oggi, consuma risorse naturali 32 volte più di un africano medio. E nel mondo globale la povertà non è più un problema degli altri. Se non si riducono le diseguaglianze, malattie, flussi migratori e attacchi terroristici sono destinati ad aumentare».
Jared Diamond.
DOMANDA. Come possiamo vincere la sfida della sostenibilità?
RISPOSTA. Dipende interamente da noi. Possiamo continuare sulla strada che prevale adesso, una strada che distrugge le risorse naturali. Oppure possiamo adottare una strategia di ecosostenibilità. In qualche caso lo facciamo già.
D. Ad esempio?
R. Prendiamo l'industria della pesca. Ci sono casi virtuosi, come la pesca dei salmoni in Alaska, condotta in maniera sostenibile. Ma la maggior parte delle industrie ittiche oggi non funziona così. La pesca del tonno rosso nel Mediterraneo, se continua con i ritmi attuali, nel giro di cinque anni arriverà ad esaurire completamente questa risorsa alimentare.
D. La cultura della condivisione delle risorse incontra molti ostacoli. Quali sono invece i suoi principali vantaggi?
R. In un certo senso, il vantaggio principale è che non abbiamo alternative. Nel mondo moderno globalizzato la possibilità di convivere pacificamente tra Paesi ricchi e Paesi poveri, senza condividere le risorse, semplicemente non esiste. In passato gli Stati poveri non erano in grado di danneggiare o influenzare quelli ricchi. Adesso hanno tanti metodi per farlo, intenzionali e non intenzionali. La Corea del Nord e il Pakistan hanno le bombe atomiche. Poi ci sono l'immigrazione, il terrorismo e le malattie.
D. Le malattie?
R. Gli esempi storici non mancano. In assenza di adeguati sistemi sanitari nei Paesi poveri, patologie come l'Aids, l'influenza suina e il virus Ebola hanno raggiunto anche i Paesi ricchi.
D. Eppure Angus Deaton, fresco vincitore del premio Nobel per l'economia, sostiene che le diseguaglianze siano necessarie al benessere.
R. Per me questa è una pazzia.
D. Ma la sua prospettiva prefigura un superamento del sistema capitalistico?
R. Non direi così, non vedo problemi inerenti al capitalismo in quanto tale. Il capitalismo può andare avanti, nel bene e nel male. Il punto è gestire le risorse in modo che si conservino per il futuro. D'altra parte, il sistema comunista ha ottenuto risultati decisamente peggiori nella gestione delle risorse ambientali. Le conseguenze sono ben visibili ancora oggi, negli Stati dell'Europa orientale.
D. Papa Francesco ha dichiarato che stiamo vivendo una Terza guerra mondiale combattuta 'a pezzettini'. Lei è d'accordo?
R. Sinceramente è una metafora che non mi sembra azzeccata.
D. L'immigrazione è un fenomeno che la preoccupa?
R. Noi americani abbiamo un punto di vista diverso da voi europei. L'immigrazione su vasta scala in Europa è un fenomeno relativamente nuovo. Negli Stati Uniti, invece, oggi siamo tutti immigrati. La vasta maggioranza degli americani o è immigrata oppure discende da immigrati. Io stesso sono nato negli Stati Uniti, ma mio padre è di origine ebraica. I genitori di mia moglie sono cresciuti in Polonia. Noi americani conosciamo bene le ondate migratorie. Nel primo decennio del XX secolo, in media, ogni anno sono arrivati negli Stati Uniti un milione di immigrati.
D. C'è una scienza che secondo lei consente di capire l'uomo meglio delle altre?
R. Secondo me non c'è un fattore più importante. Genetica, linguistica, storia, archeologia, biologia, sociologia e psicologia sono tutte discipline importanti.
D. Anni fa lei scrisse che l'agricoltura è stato l'errore più grave nella storia dell'umanità. La pensa ancora così?
R. Gli autori soffrono spesso le conseguenze dei loro titoli, che sembravano belli all'epoca in cui sono stati scritti, ma in futuro si rivelano poco azzeccati. Scelsi quel titolo per un articolo che discuteva gli svantaggi dell'agricoltura. Allora, negli Anni 80, c'era la teoria secondo cui l'agricoltura era stata adottata dalle società di cacciatori e raccoglitori perché portava vantaggi nello stile di vita, nella qualità della nutrizione, nel consumo di energie, eccetera eccetera. Fatto sta però che i cacciatori-raccoglitori erano più alti e godevano di una salute migliore rispetto ai primi agricoltori. Di qui il titolo dell'articolo. Ciò non toglie che mi appresto a cenare con grande piacere qui a Milano, gustando i prodotti dell'agricoltura italiana (ride, ndr).
D. La cultura e la civiltà occidentale domineranno ancora il mondo?
R. Probabilmente sì. Molti dicono che il futuro appartiene alla Cina, io penso di no. La Cina soffre di svantaggi quasi insuperabili, primo fra tutti la mancanza di democrazia. Finché non diventerà un Paese democratico, la Cina non riuscirà a sorpassare il mondo occidentale.
D. Gli antropologi, in epoca coloniale, sono stati i primi a sostenere la teoria dell'evoluzionismo sociale. Oggi sono gli unici ad averla abbandonata?
R. L'evoluzione, dal punto di vista biologico, non è una teoria, è un fatto. Il mondo biologico si è evidentemente evoluto. Per quanto riguarda invece l'evoluzionismo, l'applicazione del concetto di evoluzione alle società umane, la questione è più complessa. Le società umane possono essere studiate nella prospettiva dell'evoluzione, ma si tratta di una metafora. Azzeccata in parte, non del tutto.



Luxottica, via al "patto generazionale": 600 assunzioni

Luxottica, via al "patto generazionale": 600 assunzioni


Luxottica ha firmato ieri con le organizzazioni sindacali il nuovo contratto integrativo aziendale destinato ai circa 10.000 dipendenti italiani del gruppo. L'accordo, in vigore dal 1 dicembre di quest'anno al 1 dicembre del 2018, integra il CCNL dell'Occhialeria con misure che riguardano non solo gli aspetti economici e di organizzazione del lavoro, ma anche la valorizzazione del talento giovanile, la tutela dei dipendenti prossimi alla pensione ed il miglioramento generale delle condizioni di benessere dei lavoratori. I contenuti che maggiormente caratterizzano il nuovo accordo sono, tra gli altri, il 'patto generazionale' tra dipendenti, per la prima volta introdotto in Italia nel settore privato. Questo ha il duplice obiettivo di favorire l'ingresso in Luxottica di giovani lavoratori ed agevolare i dipendenti che, a pochi anni dal raggiungimento dei limiti pensionistici, intendono optare per un impegno lavorativo ridotto.

Nell'arco dei prossimi tre anni e per una prima fase di sperimentazione, cento dipendenti a tre anni dalla pensione potranno chiedere il part time al 50% senza alcuna incidenza sul proprio trattamento pensionistico, offrendo ad un pari numero di giovani – selezionati esclusivamente secondo criteri di merito - l'opportunita' di un'assunzione a tempo indeterminato. Il nuovo contratto sancisce l'impegno di Luxottica all'assunzione a tempo indeterminato di 600 lavoratori, la maggior parte dei quali individuati tra i giovani che operano in una delle sedi italiane del Gruppo con contratti a termine. Le 600 nuove assunzioni a tempo indeterminato seguono le oltre 2.000 gia' effettuate negli ultimi otto anni. 

Da MicrosoftNotizie.Com

L’asteroide di Halloween: il Grande Cocomero che ci passa vicino

L’asteroide di Halloween: il Grande Cocomero che ci passa vicino


È probabilmente il nucleo spento di una cometa l’oggetto che sabato 31 ottobre alle 18,05 (ora italiana), all'inizio della notte di Halloween, transita a 480 mila chilometri dalla Terra. Gli astronomi si sono preparati a seguire l’evento perché è la prima volta che si riesce a studiare in dettaglio così da vicino un oggetto simile con il grande radiotelescopio di 34 metri di diametro di Goldstone, in California. L’imponente parabola è solitamente impiegata dalla Nasa per seguire i viaggi interplanetari delle sonde robotizzate.L’oggetto in arrivo, che passa transita poco oltre la Luna (per l’esattezza 1,3 volte la distanza del nostro satellite) è l’asteroide «2015 TB145» scoperto solo il 10 ottobre scorso dal telescopio Pan-Starrs-1 dell’Università delle Hawaii sulla vetta di Haleakala-Maui. Il risultato è frutto del programma in atto per sorvegliare gli oggetti battezzati NEO (Near-Earth Objects) che si avvicinano pericolosamente alla Terra. Impresa non facile perché spesso essendo per niente luminosi si scoprono quando la loro orbita li porta già nel nostro circondario cosmico.Il «TB145» (che ha già un suo account twitter) ha un diametro di 400 metri e bisognerà aspettare l’agosto 2027 perché un corpo cosmico di queste dimensioni transiti nei pressi della Luna (salvo nuove prossime scoperte, naturalmente).
Viaggerà veloce, macinando 35 chilometri al secondo e questa caratteristica unita a quella della sua orbita molto oblunga e ben inclinata rispetto al piano dell’eclittica ha fatto nascere il dubbio che possa essere una cometa. Tale aspetto ha mobilitato gli astronomi più di quanto non facciano usualmente gli abbastanza frequenti passaggi ravvicinati degli asteroidi. Il mistero si dovrebbe sciogliere con certezza proprio ad Halloween. Nessun pericolo o preoccupazione, comunque, ma è una festa pure per la scienza grazie, appunto, al dettaglio che l’antenna di Goldstone consente, riuscendo a distinguere particolari di due metri. Ciò permetterà di «vedere» le caratteristiche della superficie, la forma dell’oggetto, precisandone dimensioni e proprietà fisiche. Insomma, una buona opportunità che gli scienziati non intendono perdere. Nella notte di Halloween quindi ci si divertirà sulla Terra, ma anche guardando il cielo e basterà un telescopio amatoriale per veder volare rapido nel buio «2015 TB145».


Roma, tangenti al centro estetico: vigile e ispettore Asl condannati

Roma, tangenti al centro estetico: vigile e ispettore Asl condannati


di Adelaide Pierucci
Mini tangenti per evitare la chiusura. Non era stato un periodo fortunato quello tra il 2008 e il 2011 per un centro benessere del centro, il Myrea di via Salandra, nel quartiere Sallustiano. Nonostante il cambio di gestione pare fosse bersagliato da richieste di bustarelle. All'inizio a bussare si sarebbe presentato un ispettore della Asl, e poi, dopo la vendita, un vigile urbano del I gruppo. Tariffe diverse, 350 il primo e 100 euro il secondo, stessa minaccia: «Altrimenti si sequestra per le irregolarità». Inesistenti, a quanto pare. Ieri, per il vigile e per l'ispettore, è arrivata la condanna: tre anni ciascuno di reclusione per concussione.
Il quadro che aveva ricostruito in aula il sostituto procuratore Erminio Amelio, dopo aver spedito a giudizio sia il vigile urbano Giuseppe Grifalchi che l'ispettore Asl Antonio Colavecchi, ha retto davanti alla corte dell'ottava sezione collegiale del tribunale.
«E' stato il mio primo business» aveva raccontato in aula l'imprenditore portoghese che aveva comprato l'attività nel 2008 «Pensavo fosse tutto regolare, visto che avevo cambiato solo la vetrina. E invece ricevevamo pressioni». Le indagini erano iniziate con una denuncia del febbraio 2011 presentata in procura dalle titolari subentranti. In una udienza precedente erano state loro a raccontare l'odissea: «Nel giugno del 2010 abbiamo rilevato l'attività: una settimana dopo l'apertura si è presentato un vigile in borghese, il Grifalchi, dicendo che il centro non era in regola». Il vigile avrebbe lasciato il suo numero di telefono e, pochi giorni dopo, avrebbe concordato un incontro per la «consegna di un'agenda contenente una banconota da 100 euro».

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La Matita di Staino


Napolitano: "Io e il Pci di Berlinguer, il sogno riformista parli a tutta la società"

Napolitano: "Io e il Pci di Berlinguer,
il sogno riformista parli a tutta la società"


Il presidente emerito sul leader comunista,
le sfide a sinistra e il 'partito della nazione'


di SIMONETTA FIORI  per Repubblica.it

ROMA - Che cosa è davvero il riformismo, una cultura di minoranza o l'unica anima possibile per una sinistra di governo? E in Italia, quasi venticinque anni dopo la fine del Pci, ha vinto o perduto?
"Non ci si può caratterizzare come partito mantenendo solo una traccia sbiadita del Dna dei propri progenitori". A Giorgio Napolitano sta a cuore il rapporto tra politica e cultura, tra agire politico e conoscenza storica. I suoi recenti interventi pubblici molto insistono su questo nesso che è andato sgretolandosi negli ultimi decenni, soprattutto a sinistra dove tradizionalmente è stato molto forte. Un binomio - politica e cultura - che Napolitano come molti della sua generazione incarna esemplarmente e a cui vuole ora dedicarsi da " testimone" e " storico di complemento", come spiritosamente s'è definito ricevendo la laurea in Storia all'Università di Tor Vergata. La riflessione sul rapporto tra politica e cultura chiama in causa le trasformazioni della sinistra, ma con un'avvertenza. "Non faccio più politica di partito ancor prima di essere eletto al Quirinale. E da presidente della Repubblica non sono mai intervenuto nel travaglio o nell'evoluzione di una formazione politica in particolare. Oggi il mio è un contributo di riflessione storico-culturale".
Riflessione politico-culturale che lei, presidente Napolitano, lamenta come molto povera, anche a sinistra.
"Indubbiamente questo impoverimento c'è stato, anche perché sono scomparsi i canali attraverso cui si formava una cultura politica nei partiti: riviste, scuole, seminari e convegni pubblici. E una politica indebolita culturalmente, priva di autocoscienza storica e nutrimento ideale, perde anche forza di persuasione e capacità di guida".
Lei insiste sulla necessità di ripensare anche criticamente le proprie radici. Proprio in questi giorni sull'Unità Biagio De Giovanni, intellettuale a lei molto vicino, ha dato inizio a una discussione su " Berlinguer conservatore" sostenendo che il segretario del Pci non rinunciò mai a una visione leninista, imperniata sull'Ottobre Rosso.
"Lo scritto di De Giovanni mi è parso molto serio anche nella sua complessità.Berlinguer andò molto avanti nel differenziarsi da posizioni ideologiche e politiche proprie del comunismo sovietico, ma certo non ha mai cessato di ribadire il carattere rivoluzionario del partito, pur nella linea indicata da Togliatti: un processo graduale di trasformazione attraverso vie democratiche. Questo significava avere come obiettivo storico il superamento del sistema capitalistico" (...)
Lei sembra condividere l'analisi di De Giovanni sull'evoluzione della sinistra: dopo la fine dell'Urss, nelle formazioni successive al Pci - ossia Pds, Ds e Pd - non c'è mai stato un nuovo inizio, una rifondazione vera. Questo nuovo inizio, secondo lo studioso, è stato sostituito da un'altra cosa: dall'incontro di due culture sconfitte - la comunista e la cattolica - ad opera di quegli stessi uomini che avevano condiviso la sconfitta politica.
"Non si può però dimenticare il tentativo di far nascere un partito realmente nuovo: questa fu, nel dicembre del 1990 al Teatro Capranica di Roma, l'iniziativa della componente riformista del Pci, con apporti anche di altre personalità, in particolare socialiste. Però le forze di questa componente erano limitate e non riuscirono a influenzare in modo determinante i caratteri del nuovo partito che nasceva dal vecchio tronco del Pci" (...)
Oggi il Pd è entrato nel Pse, nella famiglia del socialismo europeo. Ma il suo nuovo nome dovrebbe cambiare in Partito della Nazione, formula che ha sollevato molte perplessità.
"Non voglio imbarcarmi in una discettazione sul partito della nazione. Voglio però citare una posizione che giudico interessante: è quella espressa da Peter Mandelson sulle cause della sconfitta del partito laburista guidato da Ed Miliband. Secondo Mandelson, stretto collaboratore di Tony Blair e tra gli ispiratori del New Labour, l'errore di Miliband è stato quello di caratterizzare il partito in ristretti termini di classe, di aver presentato il suo partito come " una metà della nazione in guerra contro l'altra". E invece per guadagnare consensi e dunque vincere le elezioni e governare - che dovrebbe essere il compito naturale di ogni partito politico in un paese democratico - è essenziale parlare alla nazione. Ma parlare alla nazione tutta, da un punto

di vista, s'intende, che sia, nel caso inglese, quello laburista".
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Via Marino, il prefetto di Milano Tronca commissario a Roma. Parte il totocandidato

Via Marino, il prefetto di Milano Tronca commissario a Roma. Parte il totocandidato

Gabrielli ha firmato la nomina dopo la decadenza del consiglio comunale. Dall'Expo al Giubileo, una scelta che rappresenta un chiaro segnale dopo le parole di Cantone. Intanto nel centrosinista, per le elezioni, si fa strada l'ipotesi Sabella
di MICHELA SCACCHIOLI

ROMA - Un riconoscimento per il lavoro svolto per Expo e un auspicio affinché quella esperienza positiva venga replicata in occasione del Giubileo. E' Francesco Paolo Tronca, prefetto di Milano, il commissario straordinario individuato per guidare Roma dopo la decadenza del consiglio comunale della Capitale e la fine del mandato del sindaco Ignazio Marino. Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha appena firmato la sua nomina. "Orgoglioso e felice della fiducia accordatami", ha detto subito dopo Tronca, il quale è nato a Palermo 63 anni fa. "Affrontero' il nuovo incarico con il medesimo impegno con cui ho affrontato, in questi 2 anni, il semestre europeo, il vertice Asem e la preparazione e la gestione di Expo".
Colaprico: ''Tronca, in due anni ha cambiato volto alla Prefettura''



Soltanto qualche ora fa, al termine della conferenza stampa di commiato convocata dallo stesso Marino in Campidoglio, era stato il numero uno del Pd romano, Matteo Orfini, a promettere: "Siamo già al lavoro col governo per la scelta del commissario, la quale avviene contestualmente con le dimissioni del sindaco, per questo ci vorranno poche ore. L'esecutivo è all'opera per dare risposte immediate ai cittadini". Una risposta che è arrivata subito.


Una scelta che vuole rappresentare un chiaro segnale in vista del Giubileo, perché l'evento possa avere la stessa riuscita dell'Expo che si sta chiudendo a Milano. Peraltro, è proprio il premier Matteo Renzi a guardare al Giubileo come chance per provare a ribaltare l'immagine negativa degli ultimi mesi. "Faremo di tutto per fare del Giubileo con Roma ciò che è stato l'Expo per Milano", ha detto il capo del governo e segretario di quel Pd contro cui stasera Marino ha lanciato accuse pesanti. "Questa pagina si è chiusa, ora basta polemiche, tutti al lavoro". Renzi va ripetendo che ora si tratta innanzitutto di fare il possibile per recuperare quel "rapporto con la città" che l'ormai ex sindaco ha compromesso e per questo motivo procederà immediatamente con la nomina del commissario e, subito dopo, con la scelta di quel dream team che dovrà rappresentare la faccia del governo nella capitale. Proprio del dream team dovrebbe far parte l'assessore uscente alla Legalità, Alfonso Sabella, insieme al presidente del Coni Giovanni Malagò e all'ex Expo Marco Rettighieri. Ma il nome di Sabella è attualmente in pole anche per il toto-sindaco. Senz'altro è il nome preferito da Orfini. Da Palazzo Chigi invece escludono la candidatura di attuali membri del governo Renzi, da Marianna Madia a Paolo Gentiloni a Beatrice Lorenzin. Mentre Alfio Marchini sembra sempre più consegnato al campo del centrodestra


Il commissario, dunque, è scelto. E nella sua individuazione, oltre che nella provenienza del suo ultimo incarico, tornano alla mente le parole pronunciate da Raffaele Cantone, presidente dell'Anticorruzione: Milano - ha detto soltanto qualche giorno fa il numero uno dell'Autorità non senza scatenare reazioni - si è riappropriata "del ruolo di capitale morale del Paese, mentre Roma sta dimostrando di non avere quegli anticorpi di cui ha bisogno e che tutti auspichiamo possa avere in vista del Giubileo che aprirà i battenti il prossimo 8 dicembre". Non un attacco, aveva poi chiarito Cantone dopo le polemiche che si erano susseguite, ma "un pungolo" per spingere a lavorare su questa logica. 
Dal governo, è il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a ribadire a caldo: "E' stato scelto il prefetto di Milano come commissario di Roma "perché il Giubileo deve funzionare come l'Expo".


Tronca è esperto di sicurezza pubblica, di mediazione sociale, di problematiche dell'immigrazione e della gestione di emergenze. Come riporta il sito del Viminale, si è laureato a Pisa nel 1975 in Giurisprudenza e poi, nello stesso ateneo, anche in Storia. Ha superato il concorso di commissario di Polizia, prendendo servizio a Varese nel 1977. Il primo marzo 1979, dopo aver vinto il concorso di consigliere di prefettura, ha iniziato la carriera nell'amministrazione civile dell'Interno alla prefettura di Milano, ricoprendo l'incarico di capo della segreteria del prefetto e, quindi, gli incarichi di vicecapo di gabinetto e poi di capo di gabinetto, rispettivamente per 8 e 7 anni, fino al primo luglio del 2000, data della nomina a viceprefetto vicario di Milano.


Il 23 maggio 2003 è stato nominato prefetto di Lucca. Nel 2006 è diventatoprefetto di Brescia. Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, è cultore di Storia del diritto italiano all'università statale di Milano ed autore di diverse pubblicazioni. Dal 28 novembre 2008 è stato capo del dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per essere poi nominato nell'estate del 2013 prefetto di Milano.
da Repubblica.IT


30 ott 2015

Guitar Jazz & Jazz Guitar: Destiny - Full Album (1 Hour Cool and Smooth Jazz Music Instrumental)


La sfida disperata dell'indagato Marino

La sfida disperata dell'indagato Marino

Oggi potrebbe essere la giornata decisiva per la crisi in Campidoglio mentre per la vicenda degli scontrini l'ipotesi di reato è il peculato. Le dimissioni dei consiglieri Pd, si cercano altri sei nomi per far decadere la giunta. Crisi, rallenta la disoccupazione, anche quella giovanile. Migranti, nuova strage di bambini nelle acque greche.
Il commento del vicedirettore Dario Cresto-Dina, in apertura della riunione di redazione del mattino. Gli interventi dei responsabili dei settori. Le nostre telecamere dentro Repubblica
di Gianluca Luzi, a cura di Giorgio Caruso
montaggio Paolo Saracino

La matita di Staino....oggi 2



Tesoro: con Poste raggiunto obiettivo di privatizzazioni a 6,5 miliardi

Tesoro: con Poste raggiunto obiettivo di privatizzazioni a 6,5 miliardi

Il ministro Padoan: "L'anno prossimo proseguiremo con Enav e Fs". Intanto "la crescita sta andando oltre le previsioni, la spending review continua e ora entra le dettaglio"
MILANO - "Con la privatizzazione di Poste Italiane il governo ha raggiunto l'obiettivo di incassi dalle cessioni di partecipazioni (o operazioni assimilate), indicato nel Documento di Economia e Finanza (e ribadito nella Nota di Aggiornamento al Def) nello 0,4% del Pil, pari a circa 6,5 miliardi. Come è noto, i proventi dalle privatizzazioni sono destinati per legge ad abbattimento del debito pubblico". Il Tesoro annuncia così, sul suo sito, il raggiungimento di quanto si prefissava in termini di cessioni. Il tutto mentre il titolare delle Finanze, Pier Carlo Padoan, dall'assemblea dell'Anci garantisce: "Le privatizzazioni continueranno l'anno prossimo con Enav e Fs". Per il ministro, "la crescita sta andando oltre le previsioni, gli investimenti sono finalmente positivi, un tasso di crescita dell'occupazione buona grazie alle misure prese. Più in generale la ripresa dell'economia è fortemente basata sulla domanda interna".
Tornando alle privatizzazioni, il Mef dettaglia che le operazioni che hanno conseguito il risultato sono state quattro. Con l'immissione sul mercato di azioni di Poste Italiane pari al 34,7% del capitale è stato realizzato un introito pari a circa 3,1 miliardi. In caso di integrale esercizio dell'opzione Greenshoe riservata agli investitori istituzionali (hanno tempo 30 giorni a partire dalla quotazione del 27 ottobre) il capitale immesso sul mercato sale al 38,2% con conseguente aumento dei proventi a circa 3,4 miliardi. A febbraio 2015 è stato ceduto a banche nazionali e internazionali un pacchetto di azioni pari al 5,74% del capitale di Enel con un introito pari a 2,2 miliardi. Tra le operazioni concluse, assimilabili alle privatizzazioni e il cui gettito viene quindi utilizzato per la riduzione del debito pubblico, vi è il rimborso da parte dei cosiddetti Monti bond da parte del Monte dei Paschi di Siena. I proventi dell'operazioni sono stati pari a circa 1,1 miliardi. Ulteriori 200 milioni sono giunti al Tesoro dal dividendo straordinario riconosciuto dall'Enav per esubero di capitale. Di fatto si è ridotto il valore della partecipazione in Enav a seguito della distribuzione del dividendo straordinario.
Di nuovo Padoan, ha difeso l'operato sui tagli: "Contrariamente a quello che si dice e si legge, la spending review continua, entra nei dettagli e utilizza gli spazi che ancora ci sono". Sui conti pubblici: "Il deficit scende e continuerà a scendere, anche se a volte sento strani commenti sul fatto che il deficit salirebbe. Facciamo una finanza pubblica rigorosa in un Paese dall'alto debito, che l'anno prossimo comincerà a calare", ha aggiunto. In riferimento ai dati sull'occupazione,
e all'effetto delle mosse del governo, ha detto: "Il bonus assunzioni verrà prorogato anche quest'anno, ma non potrà durare in eterno".

Da RepubblicaEconomia.it

Milano: è morto il partigiano Tino Casali, tra i fondatori e presidente onorario dell'Anpi

Milano: è morto il partigiano Tino Casali, tra i fondatori e presidente onorario dell'Anpi

Figura centrale dell'antifascismo italiano. Il cordoglio dell'associazione: "Perdiamo l'ennesimo e prezioso testimone di una decisiva stagione di libertà e fecondo amor di patria". Pisapia: "Figura esemplare"

Un combattente, partigiano, figura centrale dell'antifascismo italiano, diventato uno dei fondatori dell'Associazione nazionale italiana partigiani. E' morto Agostino 'Tino' Casali, presidente onorario dell'Anpi, aveva 95 anni. E' stato comandante partigiano e poi nel dopoguerra tra i principali protagonisti dell'associazione, oltre che consigliere e assessore comunale. "Con immenso dolore", la notizia della sua scomparsa è stata data da Roberto Cenati, presidente dell'Anpi provinciale di Milano di cui Casali era presidente onorario. Cenati ha espresso il suo profondo dolore alla moglie Isa, ai famigliari e ai compagni, mentre il sindaco Giuliano Pisapia ha ricordato "una figura esemplare". Nel 2002 ha ricevuo la Benemerenza Civica.


"Da ragazzo scelse di combattere dalla parte della libertà e nel dopoguerra ha proseguito il suo impegno per la democrazia e per la giustizia sociale - sono le parole del sindaco - conoscerlo e frequentarlo per me è stato un onore. Tino era il suo nome di battaglia da partigiano ed era anche il nome con cui tutti lo chiamavamo perché alla memoria della Resistenza aveva dedicato gran parte della sua vita. Voglio anche sottolineare l'amore di Tino per la nostra città - ha detto ancora Pisapia ricordando il suo impegno in consiglio comunale come consigliere e assessore - si è sempre prodigato per rendere Milano all'altezza delle aspettative di quella generazione a cui dobbiamo la libertà fondata sulla Costituzione repubblicana". Domani dalle 14.30 sarà allestita la camera ardente nella Casa della Memoria in via Federico Confalonieri 14. Seguiranno, le orazioni commemorative.


"Nato a Milano il 25 aprile 1920 - si legge nel testo di cordoglio della Presidenza e della segreteria nazionale dell'Anpi - dopo l'8 settembre 1943, col nome August Colombanì, si batte con il maquis, il movimento di Resistenza e liberazione nazionale francese, nel Vaar-Collebrieres. Rientrato in Italia all'inizio del 1944,"Tino" (che sarà il suo nome di battaglia per tutta la Guerra di Liberazione), partecipa all'organizzazione dei Gap nel capoluogo lombardo. Nella primavera del 1944 si sposta nell'Oltrepò pavese. Prima comandante del Battaglione 'Cosenz', poi commissario della Brigata 'Casotti', 'Tino' alla vigilia dell'insurrezione è il commissario della Divisione d'assalto 'Antonio Gramsci'. Questa formazione di montagna sarà una delle protagoniste della Liberazione di Milano. Tino Casali è tra i fondatori, con Arrigo Boldrini e altri, dell'Anpi. Ne presiederà prima il Comitato Provinciale, per oltre mezzo secolo, e poi il Comitato nazionale dal 2006 al 2009.


"Figura di spicco della Milano democratica - si legge ancora- ha rappresentato un saldo timone degli ideali e dei principi della Resistenza promuovendoli e presidiandoli in ogni sede, con


la generosità, la forza di volontà e l'intelligenza politica che lo hanno sempre contraddistinto. Perdiamo con Tino, l'ennesimo e prezioso testimone di una decisiva stagione di libertà e fecondo amor di patria. Terremo alto il suo esempio e la sua lezione di vita e futuro: coerenza, responsabilità, passione civile. L'Anpi nazionale è vicina alla moglie Isa e agli amici e ai compagni che per tanti anni hanno condiviso con lui idee e battaglie".

Da Repubblica.it

29 ott 2015

Crisi Russia-Ucraina? Quanto ci rimettono le aziende italiane

Crisi Russia-Ucraina? Quanto ci rimettono le aziende italiane

Bruciati 872 milioni di euro in un anno tra import ed export. L’Italia non può fare molto per riportare la pace, ma sta lavorando sul piano diplomatico con Mosca e Kyev


La crisi commerciale tra l’Occidente e la Russia, variabile dipendente della contesa politica in corso, scoppiata a causa della questione ucraina, va avanti. Almeno fino al prossimo gennaio, quando l’Unione europea dovrà decidere se rinnovare le sanzioni nei confronti di Mosca. Che dal canto suo mantiene in vigore l’embargo sull’agroalimentare comunitario.


russiaUna tale contesa ha generato un clima glaciale sul fronte dell’interscambio e degli investimenti euro-russi, capace di contaminare anche i settori non direttamente colpiti dalle restrizioni in atto. Il contraccolpo per le aziende italiane è violento. In agosto le esportazioni verso la Federazione russa hanno visto una contrazione del 19% rispetto allo stesso mese del 2014. La flessione è invece del -16% per quanto riguarda le importazioni. Quanto al volume complessivo dell’interscambio, sono stati bruciati 872 milioni di euro. Lo si evince dagli ultimi dati dell’Istat sul commercio con l’estero. Allargando il raggio, viene fuori che nel secondo trimestre 2015 l’export ha perso 28,5 punti percentuali e l’import 14,3.


Senza girarci troppo intorno: è un disastro. Le imprese stanno perdendo punti d’appoggio importanti in un mercato che ha sempre attratto, restituendo ottimi risultati a chi ha scelto di puntarci. Il fatto che anche la Germania ci stia rimettendo – l’export verso la Russia è crollato del -29,7% nel periodo gennaio-luglio, riporta il Wall Street Journal – non può consolare.


Come uscire dal vicolo cieco? Molto, quasi tutto, dipende dallo scenario a Kiev. Del resto è l’origine di questo momento complicato. Una fonte, ben addentro alle cose ucraine, ci illustra gli ultimi sviluppi. «Senz’altro è da salutare positivamente il fatto che nell’ultimo mese e mezzo gli scontri sono praticamente cessati. Si ritirano le armi pesanti dalla linea del fronte e nel paese cresce la voglia di stabilità», dopo ormai due anni di tensioni, iniziate con le proteste di Kiev, proseguite con la fuga del presidente Viktor Yanukovich e con la secessione della Crimea, sfociate in una guerra vera e propria che ha causato morti e portato centinaia di migliaia di persone a lasciare le proprie abitazioni.


Eppure questo desiderio legittimo di tranquillità non prelude a una pacificazione imminente. La Russia ha molte leve capaci di rendere a Kiev la vita difficile, può azionarla in ogni momento. E poi c’è la situazione politico-economica interna dell’Ucraina, tutt’altro che fluida. Il governo è tenuto ad attuare le riforme per il rilancio dell’economia (c’è recessione pesante e il Fondo monetario internazionale sta prestando molti soldi) e dare efficacia alle misure previste dagli accordi di Minsk sulla normalizzazione nelle aree ribelli Donbass, quelle controllate dai filorussi. Non è una missione facile, viste le resistenze dei gruppi radicali e delle oligarchie.

ucraina La prossima domenica in Ucraina ci sono le elezioni amministrative. Aiuteranno a capire se il presidente Petro Poroshenko e il governo guidato da Arseni Yatseniuk dispongono del consenso necessario a portare avanti questo processo. Il cui esito non potrà mai riportare indietro le lancette del tempo. «L’Ucraina non sarà mai più la stessa. Ha perso un pezzo del suo territorio e quell’equilibrio tra est e ovest, Russia e Occidente, sempre precario ma tutto sommato costante, non è replicabile nel breve periodo, forse neanche nel medio». Ma in un modo o nell’altro Kiev dovrà per forza di cose trovare dei compromessi con Mosca. E questo vale pure per l’Europa.


Veniamo così all’Italia. Che ruolo può giocare per fluidificare la situazione in Ucraina? Verrebbe da dire che Roma non ha molta voce in capitolo, se non altro perché è esclusa dal cosiddetto “formato Normandia”, il quartetto (Germania, Francia, Russia, Ucraina) che per mezzo di colloqui e incontri diretti di alto livello sta cercando di sistemare i pezzi del domino. Ciononostante, una dote da spendere c’è. Da un lato si può giocare sul rapporto rodato con la Russia, che risente senz’altro delle sanzioni, ma riesce al contempo a “resistere” a esse. Dall’altro c’è da segnalare una forte attenzione del governo Renzi verso l’Ucraina. Martedì prossimo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dovrebbe essere a Kiev. È la sua seconda visita nell’ex repubblica sovietica. E un’altra era stata effettuata da Federica Mogherini prima che assumesse l’attuale incarico di titolare della diplomazia europea. Lo stesso Matteo Renzi è stato a Kiev. Nel marzo scorso, subito prima di recarsi a Mosca e qualche mese dopo aver presieduto un faccia a faccia tra Poroshenko e Putin a Milano, lo scorso ottobre. Erano anni che a Kiev non si vedevano politici italiani di prima categoria. Si lavora anche a una visita di Poroshenko in Italia, veniamo a sapere. Dovrebbe tenersi a novembre.
Da http://www.unita.tv/focus/


Figli di Papà ...per caso !!!


Expo, che fine faranno i padiglioni dopo il 31 ottobre: rimontati, distrutti o all’asta

Expo, che fine faranno i padiglioni dopo
il 31 ottobre: rimontati, distrutti o all’asta

I casi Angola, Principato di Monaco, Svizzera, Austria e molti altri: c’è chi decide di riportare 
il padiglione in patria e chi ha immaginato una seconda destinazione solidale
Il futuro dei padiglioni di Expo, a pochi giorni dalla chiusura dei tornelli, si fa sempre più delineato. Ai commissari dei Paesi è stato chiesto di indicare una destinazione futura per le proprie strutture, immaginandone una «seconda vita». Perché una cosa è certa: dal primo novembre inizierà — partendo dagli arredi — la fase di smontaggio per liberare, entro il 3o giugno 2016, l’area di Rho-Pero.
A rimanere sul sito saranno solamente poche strutture: Palazzo Italia, Cascina Triulza — l’unica struttura preesistente ma ristrutturata ex novo, destinata al volontariato e al Terzo settore — il Padiglione Zero , l’Albero della Vita e, probabilmente, l’Open Air Theatre per il quale però servirà una copertura.
Da IL Corriere Della Sera.IT



Milano, Cantone e gli anticorpi di Roma

Milano, Cantone e gli anticorpi di Roma

Il magistrato anticorruzione medita se uscire dall'Anm mentre continua il braccio di ferro tra Marino e il Pd. Tangenti, arrestato il presidente della rete ferroviaria. Calcio, per guarire dalla crisi la Juve in ritiro.
Il commento del direttore Ezio Mauro, in apertura della riunione di redazione del mattino. Gli interventi dei responsabili dei settori. Le nostre telecamere dentro Repubblica
di Gianluca Luzi, a cura di Giorgio Caruso
montaggio Paolo Saracino

Renzi-fa-jogging-sul-lungomare-a-Cuba











La Matita di Staino


Cari titolisti del Fatto, su Padoan non c’era notizia

Cari titolisti del Fatto, su Padoan non c’era notizia

Non c’è nessuna smentita del Mef a Padoan come suggerisce il titolone d’apertura
Il titolo di apertura del Fatto di oggi ci ha sinceramente allarmato: “Contanti a 3mila euro: Padoan smentito pure dal suo ministero”. Finché si scherza si scherza, ragazzi, ma Padoan è una specie di colonna portante, lo sappiamo tutti: se crolla lui, sono guai veri. L’occhiello è anche più esplicito: “Furbate. Il ministro nega legami con l’evasione, ma il suo dicastero li conferma”.
Di tutto avremmo bisogno, meno che di un conflitto esplicito fra il Mef e il suo titolare: questo sì che è un problema, proprio ora che la fiducia di consumatori e imprese è finalmente tornata ai livelli pre-crisi e i tassi dei nostri titoli di Stato sono scesi sotto lo zero (a proposito: di questa irrilevante notiziola sulla prima pagina del Fatto curiosamente non c’è traccia).
Sempre più preoccupati, corriamo a leggere l’articolo in cerca di nuovi particolari. Ed ecco lo scoop: Padoan ha dichiarato che “non esiste una correlazione tra limite all’utilizzo del contante ed estensione dell’economia sommersa”, ma sul sito del ministero c’è un rapporto del 2011 che consiglia, nella parte finale, di “accrescere l’uso della moneta elettronica”. Tutto qui? Dov’è il contrasto, lo scontro, la guerra fra Padoan e il suo ministero?
Il Fatto non si dà per vinto e produce anche uno studio dell’Abi “fatto proprio” dal Tesoro. Le banche, com’è naturale, sono favorevoli ai bonifici e alle carte di credito perché ci guadagnano. Ma neppure loro hanno certezze sul punto in discussione: il risultato dello studio, leggiamo nell’articolo, “non basta per stabilire un legame causa-effetto” fra diminuzione del contante e diminuzione dell’evasione, “ma consiglia molta prudenza del negarlo”.
Dunque, ricapitolando: non c’è nessun documento ufficiale del Mef che smentisca Padoan, nessuna dichiarazione, nessuna indiscrezione; c’è però uno studio delle banche di quattro anni fa che “consiglia prudenza”. Giusto, giustissimo: un po’ di prudenza è consigliabile a tutti.
Anche ai volenterosi titolisti del Fatto.
Da http://www.unita.tv/opinioni/


28 ott 2015

Casaleggio boccia i “quattro consoli di Roma” e apre alla società civile

Casaleggio boccia i “quattro consoli di Roma” e apre alla società civile


Il “guru” Gianroberto Casaleggio ieri è venuto a Roma. Una visita a sorpresa che aveva l’obiettivo di dare una sterzata alla partita per prendersi il Campidoglio. E’ chiaro che il quadrumvirato composto dai consiglieri M5S di Roma, “quattro consoli per Roma” li aveva incoronati Grillo a Imola, non vengono considerati abbastanza forti per la volata che i Cinquestelle vogliono fare.
La performance dei quattro “romani” alla trasmissione di Lucia Annunziata sembra averlo lasciato molto, molto freddo, per usare un eufemismo.
Per questo, nel chiuso delle stanze, senza streaming, ieri l’incontro del cofondatore del movimento coi componenti del direttorio (Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista, Carla Ruocco e Carlo Sibilia) e con le parlamentari capitoline Paola Taverna e Roberta Lombardi, le “donne forti” del M5S. Insomma, pur di non farsi scappare la possibilità di prendersi la Capitale, prende piede il cambio di rotta: l’apertura alla società civile. Non a caso, in molti hanno notato sul sacro blog un video dell’archeologo Salvatore Settis.
Ora tra i quattro consiglieri grillini di Roma (soprattutto Virginia Raggi data per favorita e il capogruppo Marcello De Vito) c’è un po’ di costrernazione. Eccolo, quindi, il coniglio bianco tirato fuori dal cilindro, visto che i nomi forti Alessandro Di Battista, Paola Taverna e Roberta Lombardi non possono essere candidati e abbandonare il loro mandato a metà. Una cambio di rotta di questo genere, infatti,  non potrebbe essere tollerato dagli attivisti. Risulta più digeribile, invece, la scelta di un candidato (magari proveniente dalla società civile, forse un volto noto) con una votazione online perché “è giusto coinvolgere i cittadini romani il più possibile”. Una ripetizione in piccolo del copione del famoso Rodotà-ta-ta.
Le regole fisse rimangono sempre le stesse: non aver militato in altri partiti e non avere condanne penali. La stagione di caccia per Grillo&Casaleggio è aperta.
Da http://www.unita.tv/focus


Salvini, l’antitaliano contro la flessibilità europea

Salvini, l’antitaliano contro la flessibilità europea

Junker apre alla possibilità di sconti per i Paesi impegnati per l’accoglienza
Le parole del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker rappresentano un passo avanti per Roma, che da tempo chiede che la famosa flessibilità venga parametrata in base agli sforzi che ogni paese sostiene sul fronte dell’accoglienza. È una novità importantissima.
Va ricordato che nel testo della legge di stabilità presentata da governo sono presenti richieste di flessibilità per 0,2 punti di Pil (cioè di potersi indebitare per altri 3 miliardi di euro circa) proprio in ragione dell’emergenza migranti.
Il fatto è che oggi Bruxelles ha aperto sulla concessione di margini finanziari in risposta alla crisi dei migranti: la Commissione europea “applicherà la flessibilità” alle spese per i rifugiati perché “siamo di fronte ad una situazione di eccezionalità”, ma tale flessibilità sarà “applicata Paese per Paese” e purché siano dimostrati “sforzi straordinari”. Questo ha detto  ha detto Juncker, precisando che “anche tra i grandi Paesi c’è chi non fa sforzi sufficienti”.
Ma ecco che invece di plaudire, Matteo Salvini si è scatenato in una reazione furibonda, bollando come “una vergogna” l’apertura Ue, un esempio di “mondo al contrario: spiace che Renzi sia complice di questo mondo al contrario”.
Un’uscita propria di “un anti-italiano”, come il capogruppo del Pse Gianni Pittella ha definito il capo leghista. Disgustato dal fatto che forse al nostro Paese arriveranno alcun miliardi in più. Non come regalia ma come riconoscimento dell’impegno italiano a salvare alcune decine di migliaia di vite umane.
Da http://www.unita.tv/focus