Nomadi in rivolta, la Francia trema
Parigi
- Giorno di ordinaria follia nelle Alpi francesi. Era dai tempi delle
rivolte nelle banlieue del 2005 che in Francia non si assisteva a
scene di guerriglia urbana di tale portata. All’origine
delle violente sommosse a Moirans - tranquilla cittadina di
ottomila abitanti nel dipartimento dell’Isère, non lontano dal
confine italiano - ci sono circa un centinaio di Gens du Voyage,
lo statuto con cui vengono definite le popolazioni nomadi di Francia.
Quando
ieri pomeriggio la giustizia ha rifiutato al loro compagno Mike, 24
anni, un permesso speciale di uscita dal carcere di Aiton, in
Savoia, per assistere ai funerali del suo fratellino Steevy-
morto nel fine settimana in un’incidente stradale a bordo di
un’auto rubata - non ci hanno visto più.
In
massa sono scesi in strada, col passamontagna, bruciando pallet in
legno, appiccando il fuoco alle auto in sosta lungo la ferrovia,
prima di riversarsi in stazione e paralizzare il traffico dei treni
tra Lione e Grenoble. Praticamente in contemporanea un altro
gruppo di casseurs bloccava la provinciale 1085 nelle due
direzioni, gridando la sua furia contro i passanti terrorizzati.
Per
placare la furia devastatrice dei nomadi in rivolta sono ancora
adesso mobilitati circa 200 uomini della Gendarmerie Nationale.
Evacuate scuole ed edifici pubblici della zona, denunciati saccheggi.
Ad Aiton, nel penitenziario in cui il “compagno” Mike sconta la
sua pena a cinque anni per furto, c’è stato anche un tentativo di
ammutinamento con 23 detenuti che si rifiutavano di rientrare in
cella. Questa mattina il giudice di Grenoble ha nuovamente respinto
in appello la libera uscita del ragazzo per assistere ai funerali del
fratello.
«C’è
un rischio di evasione», assicura la giustizia. La tensione resta
dunque altissima in tutta la zona. Furiosa, la madre del detenuto,
Adele Vinterstein - che ha addirittura convocato una conferenza
stampa - ha dunque deciso di annullare i funerali dell’altro
figlio. «Farò venire il feretro qui. Non si muoverà fino a quando
Mike non potrà venire», ha protestato la donna. «Mio figlio non è
un cane - ha protestato - Aveva il diritto di vedere il fratello
per un’ultima volta».
Quanto
alle violenze, madame assicura che «era l’unico modo per farsi
sentire». Le rivolte di Moirans hanno scatenato polemiche in tutto
il Paese. Da ieri sera, radio, tg, e siti internet non parlano
d’altro. E si moltiplicano le dichiarazioni politiche. A cominciare
da quella di Manuel Valls. «Sono violenze inammissibili. Una sola
risposta possibile: fermezza e ripristino dell’ordine
repubblicano», ha denunciato su Twitter il premier socialista
riferendosi all’incendiaria sommossa dei nomadi.
Mentre
il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, promette «estrema
fermezza» nei confronti degli autori che ora si cerca di
identificare con l’ausilio di immagini riprese dagli elicotteri.
«Nessuna sofferenza, seppur legittima, può giustificare queste
forme di violenza», ha avvertito Cazeneuve. A poche settimane dalle
elezioni regionali di dicembre i partiti d’opposizione, a partire
dal Front national di Marine Le Pen, sfoderano reazioni
indignate per la République messa sotto scacco da un gruppo di
facinorosi.
Intervistati
dalle reti all-news, gli abitanti di Moran sono a bocca aperta. «Una
violenza così non pensavamo nemmeno che esistesse», affermano,
quasi increduli di fronte all’accaduto. Già a fine agosto,
l’autostrada A1, nel lontano dipartimento della Somme, venne
bloccata da un’altra clamorosa protesta dei Gens du Voyage che
causarono incidenti simili.
dal Secolo XIX.it

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